Ma, sento già le voci alterate, com’è possibile che possano cacciare la lepre meglio di una muta di Bleu o di Segugi Italiani, che li sovrastano come finezza di naso? Guardate che il naso non è tutto. E’ importante certo, ma da solo non basta. Così come da sole non bastano le gambe buone ed il fiato lungo. Quante volte, parlando o ascoltando di calcio abbiamo incontrato il ” fattore campo”? Tante. Il punto sta proprio lì: il fattore campo. Nel nostro caso il fattore campo è costituito da una serie di elementi come la vegetazione con il suo odore che varia in base alle latitudini ed alle longitudini, l’umidità, il cui andamento a parità di orario e precipitazione varia a seconda che ci si trovi in Calabria o in Westfalia, e naturalmente il tipo di suolo o l’andamento ed il comportamento dei venti. Ebbene, una razza forgiata sul posto avrà a mio parere sempre una possibilità di lettura della situazione in più. E ciò vale soprattutto per la caccia con il cane da seguita, ed ancor più segnatamente se si tratta di perseguire la lepre. Su questo selvatico, la razza maggiormente impiegata nel nostro paese è indubbiamente il Segugio Italiano. Il nostro segugio per eccellenza è molto simile a noi. E’ estroso ma non scapestrato, preciso ma non maniaco, dotato di un naso potente ma duttile e collegato benissimo con il cervello. E’ adattabile a molti ambienti e riesce a lavorare abbastanza bene anche da solo. Tuttavia la sue migliore espressione è con una piccola muta, composta al massimo da cinque o sei soggetti e non di più.
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