Normalmente, per inseguimento intendiamo la corsa che i cani fanno dapprima dietro il fiato emesso dalla lepre, e poi dietro le sue tracce odorose, quando questa è stata levata dal covo o si è derubata da sola all’avvicinarsi dei suoi persecutori. Dunque, è l’azione finale di tutta la battaglia e vede tre possibili conclusioni: la cattura della lepre a mezzo di fucilata da parte del cacciatore appostato; la cattura della lepre da parte dei cani; la perdita della traccia della lepre con la conseguente salvezza di quest’ultima. La corsa, fatta eccezione in alcuni casi per le prime decine di metri, non avviene mai a vista, bensì solo attraverso le dotazioni olfattive e meccaniche dei segugi che devono cercare di tenere il passo della lepre col naso e con le gambe. L’inseguimento a vista è possibile solo ai levrieri, nient’altro che segugi specializzati in questa fase della seguita i quali in virtù delle loro qualità fisiche e psichiche riescono, se la vedono partire in tempo, a raggiungere la lepre in corsa e a catturarla. Ma nella quasi totalità delle situazioni, nel nostro paese vengono impiegati solo i segugi propriamente detti, e questi non possono in nessun caso raggiungere la lepre in corsa. Devono quindi pressarla senza scampo fin che la fuggitiva non capita davanti a qualche posta buona. Vi sono alcune razze di segugi come i beagles o, ancor meglio, gli harriers che nelle patrie campagne britanniche riescono a “straccare” la lepre, quindi a catturarla per stanchezza, ma si tratta di tipologie venatorie che richiedono territori e situazioni che noi purtroppo non abbiamo, ed in ogni caso questi cani, non essendo levrieri, la catturano solo perché hanno saputo mantenere con la lepre il giusto contatto olfattivo senza mai perderla.
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