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Stagione venatoria conclusa: le analisi del Comitato Nazionale Caccia e Natura CNCN

6 Febbraio 2014 di Redazione Caccia Oggi
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Pernice rossaRiceviamo dal Comitato Nazionale Caccia e Natura il documento con le importanti conclusioni che gli esponenti della Associazioni venatorie hanno espresso in merito alla stagione venatoria appena conclusa:

” TERMINA LA STAGIONE VENATORIA, I CACCIATORI AL LAVORO PER L’ITALIA

CON UNA CACCIA MODERNA VOLANO DI SVILUPPO PER AMBIENTE ED ECONOMIA

In un momento non facile per il Paese l’attività venatoria ha visto crescere il consenso interno e
ottenere dall’Europa il riconoscimento dell’adeguatezza delle nostre normative.
Da “Gli italiani e la caccia” maggiori consensi per una attività responsabile nel rispetto delle
regole. Sicurezza in aumento, con un calo degli incidenti gravi del 40%
“La stagione di caccia appena conclusa – fanno sapere i rappresentanti di FACE Italia, CNCN e Arci
Caccia – ha visto in più occasioni premiare gli sforzi e la serietà del mondo venatorio italiano e di
tutti i cacciatori. Mentre da alcuni ambienti si cerca con argomentazioni faziose e letture parziali
di delegittimare la caccia, è proprio l’Europa, attraverso il Commissario all’Ambiente Janez
Potocnik a chiarire che non ci sono difformità nella normativa venatoria italiana con le direttive
UE. A questo si aggiunge che aver innalzato il livello di attenzione sui temi della sicurezza ha
visto ridurre significativamente gli incidenti gravi del 40%”.
FACE Italia, CNCN e Arci Caccia, che rappresentano la quasi totalità dei praticanti la caccia in Italia,
fanno riferimento al pronunciamento della Commissione Ambiente dell’Unione Europea che
recentemente, stimolata da un’interrogazione proveniente dalle fila dell’animalismo più acceso,
ha risposto in modo inequivocabile: “La Commissione non ha ricevuto alcun elemento che
confermi l’incompatibilità con la direttiva dei carnieri stagionali e giornalieri stabiliti dalle
regioni italiane per le diverse specie cacciabili”.
Un chiarimento definitivo, ci auguriamo, in merito a quanti continuano a insinuare che la caccia in
Italia sia priva di regole e vada contro le norme europee. La realtà è che nel nostro Paese la pratica
venatoria è rispettosa dei principi tecnico scientifici ed etici che la regolano in tutto il Continente,
così come delle leggi nazionali e internazionali.
Importante che a dirlo sia proprio il massimo organo di controllo di cui si è dotata l’Unione
Europea. È evidente per chiunque legga la realtà in modo non viziato da preclusioni ideologiche,
che la caccia moderna è un elemento di regolazione e valorizzazione della biodiversità
riconosciuto in tutti i Paesi europei compresa l’Italia, che deve fare di più e presto in questa
direzione anche a vantaggio delle imprese agricole e delle loro produzioni che fanno apprezzare il
Made in Italy nel mondo.
Una funzione che dovrebbe essere svolta in modo ancora più efficace ed evitare così notevoli
problemi alla cittadinanza, specialmente quella che vive in ambiti rurali dove il proliferare
eccessivo di alcune specie come il cinghiale e altri ungulati e quelle alloctone come le nutrie,
dovuto a carenze normative specifiche e agli impedimenti posti in essere dalle frange più estreme
del mondo ambientalista, genera squilibri e danni a volte di enorme impatto sull’economia delle
nostre campagne.
In una fase di crisi l’economia che ruota attorno all’attività venatoria ‐ quasi un punto di PIL
considerando indotto e settori collegati, con circa 100.000 addetti diretti e indiretti e un valore
complessivo di quasi 8 miliardi di euro ‐ può concorrere ulteriormente alla crescita del Paese ma è
“boicottata” dagli estremismi animalisti.
È confortante e significativo che di questo si abbia sempre più una maggiore percezione anche
nella società, che non raccoglie le provocazioni più deleterie, come ha riaffermato la seconda
indagine demoscopica “Gli Italiani e la Caccia” condotta dal sociologo Enrico Finzi di Astra
Ricerche, che dà come crescente il favore dei cittadini verso la caccia moderna, sostenibile e
normata, ovvero così come si esercita oggi nel nostro Paese.
Occorre rivitalizzare e valorizzare la gestione faunistica attraverso il rilancio degli ATC e dei CA,
strumento indispensabile che deve perseguire il fine prioritario dell’arricchimento della
biodiversità di cui già il nostro Paese è ai vertici mondiali, ulteriormente migliorabile con nostro
maggiore impegno e con il riconoscimento delle fatiche meritorie degli agricoltori.
La riduzione significativa degli incidenti gravi è l’altro dato positivo della stagione 2013/2014.
Ristabilire la verità rispetto a quanti strumentalizzano le “vittime” per far credere che la caccia
costituisca un pericolo sociale, è un risultato che premia gli sforzi fatti dal settore. E che non a caso
ha visto quest’anno una diminuzione di oltre il 40% rispetto allo scorso anno.
“Siamo convinti che anche un solo incidente sia comunque troppo – dicono i rappresentati di
FACE Italia, CNCN e Arci Caccia – ma dobbiamo fare i conti con l’inevitabile rischio che qualsiasi
attività umana, anche quella apparentemente più sicura, porta con sé. Per questo stiamo
lavorando con crescente impegno da anni con corsi di aggiornamento, vademecum,
pubblicazioni varie, vigilanza e iniziative di addestramento sul campo come i Safety Days, per
innalzare ulteriormente il livello di conoscenza e di pratica dei cacciatori. Possiamo dunque dire
che anche un solo incidente evitato grazie alla nostra attività informativa e formativa, per
quanto impossibile da quantificare, è di sprone a proseguire su una strada che si è rivelata
quella giusta”.
FACE Italia
(Federazione Italiana della Caccia, Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi)
CNCN
(Comitato Nazionale Caccia e Natura)
ARCI CACCIA


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