Ma è al museo Nazionale che, quali amanti dell’universo di Artemide troviamo pane per i nostri denti. Le armi da caccia dei berberi, il popolo leggendario dell’Atlante, sono qui esposte, mostrandoci per intero la ricchezza degli intarsi pur nella semplicità costruttiva. Sono armi ad acciarino, risalenti alla metà del settecento, ed a seconda della dignità, e dunque delle finanze del committente, potevano avere caratteristiche differenti. Il calcio è ovviamente di legno, ma a volte di essenze varie spesso assemblate, mentre il sistema di accensione è basato su percussori di platino o di selce. L’asta per caricare il fucile è tenuta in loco da anelli di argento o di rame cesellati. Si tratta di manufatti completamente artigianali, i quali mostrano quale fosse il grado di maestria di costruttori così lontani dalle capitali dell’archibugeria. Con queste armi, quei cacciatori di tre secoli fa perseguivano selvaggina minuta come pernici e lepri, ma anche quella pericolosa come ad esempio i leopardi dell’Atlante, ancora in buon numero fino ai primi del novecento, come testimoniano le fotografie che è possibile vedere.
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